L'emozione di vincere un'Olimpiade

Alex racconta le sensazioni provate a pochi chilometri dal traguardo finale

Alex ha immolato la propria vita allo sport e, quando non si allena, si dedica all'insegnamento. Il suo lavoro gli piace un sacco e lo trova molto soddisfacente. 

Il campione segue degli amatori appassionati di corsa. Non hanno come obiettivo le grandi competizioni internazionali, ma il divertimento. Tutti i consigli che dà loro, gli atleti li assorbono come una spugna. 

Non avendo la stessa pressione di un professionista, questi uomini si allenano con grande piacere ed entusiasmo. 

Alex sa che deve prepararli alla maratona, ma allo stesso tempo è consapevole che per loro l'obiettivo principale è divertirsi.

Fiordaliso, in un secondo momento, chiede all'atleta cosa abbia provato nel vincere un'Olimpiade. 

L'uomo è molto lucido nel racconto, ricorda ogni singolo istante. Quando ha staccato gli avversari ha sentito una scarica di adrenalina pervadergli il corpo. Mancavano otto chilometri, era troppo presto per spingersi così oltre. 

Tre chilometri dopo, l'adrenalina è scesa e le gambe hanno cominciato a far male. Ma non poteva mollare! Si diceva di tenere duro, di essere un privilegiato. 

"Ti sei mai voltato indietro?" chiede Giampiero.

"Fino al traguardo mai" risponde il campione. 

Quando è entrato, da solo, nello stadio il cuore gli è scoppiato in petto dalla gioia. Si era reso conto di essere davanti a tutti, sapeva che stava per vincere. 

Con timidezza, ammette che all'epoca era uno dei favoriti. 

Solamente dopo tanti anni, però, ha realizzato di aver fatto qualcosa di straordinario. Prima aveva fame di macinare chilometri e accumulare successi ancora e ancora. 

Tuttavia, alle volte, è giusto fermarsi e compiacersi di quanto guadagnato, godendo, senza boria, dei propri traguardi. E oggi, Alex lo sa.