La malinconia di Alfonso D'Apice: il Natale e il peso delle assenze

Alfonso si lascia andare alla malinconia, riflettendo con Amanda e Lorenzo sulle assenze e sui legami spezzati che rendono il Natale diverso da quello che era un tempo

Nella serata della Vigilia, mentre nella Casa del Grande Fratello l'atmosfera è vivace e il calore delle risate riempie ogni angolo, c'è anche spazio per momenti di riflessione. Alfonso, seduto in disparte con Lorenzo e Amanda, apre il suo cuore. “A me più che il Natale come festa” confessa con un sorriso malinconico, “manca proprio quella cosa di famiglia… stare con tutti, giocare, scherzare. Quelle cose che facciamo qua, io le facevo con la mia famiglia in questi due, tre giorni di Natale. Quello mi manca… e sai che non lo puoi riavere".

Lorenzo, sempre positivo, cerca di rincuorarlo. “Vedrai, Alfo. Il Natale è appena iniziato. Questa esperienza nella Casa ti può fare bene". 

Alfonso, però, non ha potuto fare a meno di lasciarsi andare a una riflessione più profonda: “Durante le feste è sempre così. Mi ritrovo a pensare alle persone che non ci sono più”. Le sue parole sono cariche di significato, riferendosi sia a legami ormai spezzati che alla perdita del padre. Amanda lo osserva in silenzio, i suoi occhi dolci e comprensivi fissi su di lui, mentre Lorenzo gli ha stretto una mano: “Non sei mai solo, Alfo. Non hai quelle persone là, ma sei anche il migliore amico di te stesso. La compagnia migliore per te sei tu".

Alfonso ha annuito lentamente, riconoscendo la verità in quelle parole, ma con un velo di tristezza ha aggiunto: “Molte persone non ci sono anche perché io stesso le ho escluse dalla mia vita, o perché ci siamo allontanati entrambi”. Poi, con un nodo alla gola, ha concluso: “Però è strano, sai? Se pensi che preciso un anno fa eri con dieci persone e ora non le senti neanche più… è strano".

Amanda, con la sua sensibilità, non ha trovato le parole, ma si è avvicinata ad Alfonso e lo ha stretto in un lungo abbraccio. Non serviva aggiungere altro, perché quel gesto diceva tutto.

Le feste, si sa, hanno il potere di far emergere emozioni profonde: la gioia di chi c'è, la mancanza di chi non c'è più, e il desiderio di ciò che poteva essere. È un momento di bilanci, di riflessioni su ciò che è stato e su ciò che sarà. Nella Casa, nonostante tutto, si respira la consapevolezza di essere insieme, forse non con la propria famiglia di sangue, ma con quella che, almeno per ora, è la propria famiglia del cuore.