Rosy Chin e il suo rapporto con il cibo

Rosy racconta ad Arnold quanto sia stato fondamentale per lei, nel corso della sua vita, rifugiarsi nel cibo

Per Rosy, la cucina è vita. Si trova a suo agio tra i fornelli e, ad oggi, preparare le pietanze la rende felice, ma non sempre è stato così. 

Ricorda che da ragazzina non aveva un buon rapporto con i suoi genitori, tanto che il cibo era diventato il suo unico rifugio. 

Il desiderio che l'animava era quello di affermarsi e di rivalutarsi agli occhi di suo padre. Voleva dimostrare alla  famiglia che anche lei poteva diventare una chef. 

"Volevo essere suo pari" afferma Rosy in riferimento al padre e ricorda il giorno in cui ha deciso di iscriversi alla scuola alberghiera. 

II suoi genitori non hanno mai compreso il suo bisogno d'affetto, anzi l'hanno sempre considerata troppo ribelle, troppo esuberante. 

Il cibo, invece, le è sempre stato accanto. 

Tuttavia Rosy rifugge le etichette:  "Non ho ancora trovato il mio posto nel mondo" dice. 

Ama smisuratamente la cucina, certo, ma non è la sua unica passione, in quanto in principio l'arte culiaria è stata soprattutto l'espressione della sua esigenza di dimostrare. 

Sicuramente il tepore dei fornelli è il suo primo mondo,ma ha ancora tanti altri luoghi da esplorare. 

Da bambina, non ha mai avuto lo spazio di sognare, adesso vuole prendersi la sua rivincita. Non vuole arrendersi, vuole essere sé stessa, senza curarsi di critiche e giudizi. 

"Io sono tante cose" conclude la chef, che non vuole porsi limiti. Può diventare davvero tutto ciò che desidera. E l'esperienza all'interno della Casa la aiuterà a mostrare la sua vera essenza.