Un'incredibile sorpresa per Marco Maddaloni
Il concorrente affronta i suoi ricordi attraverso la linea della vita e per lui arriva un abbraccio da suo padre
"Non ho mai capito se sono stato più judoka, più scugnizzo o più ribelle" così inizia la linea della vita di Marco, che racconta le sue origini, un'infanzia vissuta attraverso il judo, una famiglia legata a questo sport dove il capo di famiglia è stato padre e allenatore dei loro figli.
Pino e Laura sono i fratelli di Marco, entrambi judoka, uniti nello sport, nelle gioie, nei dolori, nella rivincita del padre attraverso i figli, in una rivincita che è diventata dei figli.
Poi la sconfitta sul tarami, poco prima di Pechino 2008: "Ho pagato cara quella sconfitta, poi quando tocchi il fondo arriva la salvezza, arrivò Romina". L'incontro con la donna della sua vita, il suo grande amore, una compagna di viaggio prima e poi moglie, poi madre dei figli. Con Romina è riuscito a superare tante cose, anche il tradimento del padre nei confronti della madre: "Era crollato tutto".
Il judo è ritornato nella sua vita, portandolo a nuove vittorie: "Dovevo qualcosa a chi mi è stato accanto, a chi ha creduto in me".
Il concorrente, intervistato da Alfonso Signorini, ritorna con la memoria a quando era bambino. Un bambino cresciuto nella periferia partenopea: "Non avevamo cellulari, avevamo le chiacchiere a unirci, il tempo, il bene". Poi lo sport, che è stato un mezzo per conoscersi, per trovare un obiettivo. La lezione più importante che Marco ha imparato è non andare via dalla propria terra, dare una mano a realizzare i sogni dei propri conterranei, non abbandonare chi ha bisogno.
Poi il discorso ritorna su Romina: "Quando avevo incontrato lei non avevo più nulla". Viveva una vita molto ingente, non aveva risorse, né un lavoro, ma il loro amore è nato lo stesso, senza pretese: "Avevo perso la mia bussola e in lei l'ho trovata".
In fine, il rapporto con suo padre: "Oggi, ho un buon rapporto con il mio papà, anche con la sua compagna". Il tempo è passato, Marco non vuole avere limiti affettivi, o blocchi con le persone che ama. Suo padre è davvero importante per lui e al ritorno in Salone il concorrente non trova nessuno, solo l'annuncio del freeze.
La sorpresa è suo padre Gianni, che è già in lacrime, portando i saluti dei suoi figli: "Forse ho fatto degli errori, non ti sono stato vicino. Mi ero innamorato". L'uomo continua a ringraziare suo figlio e aggiunge: "Per me sei un campione, Marco. Ti voglio bene. Per i figli si fa tutto".
Gianni afferma che vuole avere l'occasione di recuperare il tempo perduto con suo figlio, ma Marco è grato di ciò che ha fatto suo padre per lui: "Tu hai scritto la nostra storia".
I due judoka raccontano la storia della periferia, la vita difficile che in realtà non è altro che un concentrato di possibilità inespresse. Se si tende una mano alle persone, è possibile fare un miracolo e crescere insieme.
Marco conclude il suo discorso spiegando che ciò che ha imparato e sta imparando ancora in questa esperienza: dire una parola in meno, soprattutto quelle cattive: "Voglio essere un esempio positivo per questi ragazzi, già c'è la mancanza di casa loro, voglio aiutarli a rendere la loro permanenza più leggera".