Vittorio Menozzi e la paura di non riuscire a scoprire i suoi obiettivi

Il concorrente confessa ad Alex di essere troppo inconstante e di non aver capito dove si stia dirigendo la sua vita

Tra un biscotto, il caffè e un po' di sole mattutino, Vittorio di apre ad Alex e viceversa. I due concorrenti si raccontano il diverso approccio che hanno sulle cose. Alex racconta la sua carriera e la vittoria olimpica e da queste esperienze afferma di aver compreso che nella vita occorre essere anche impulsivi, di non dover sempre soffermarsi su cosa pensare, cosa aspettarsi, cosa affrontare: "Dobbiamo voler essere irrazionali".

Dal suo canto, Vittorio racconta di aver sempre avuto difficoltà a sentirsi preso da una scelta compiuta, mai veramente soddisfatto: "Non mi sono imposto grandi traguardi" afferma il concorrente, ammettendo di chiedersi se ciò che sta facendo gli piaccia realmente. Lo studio, la moda, l'ingegneria, la scienza, la musica, ogni cosa fatta non è mai stata goduta a pieno.

"Voglio fare le cose troppo bene, ma poi esplodo. Non riesco a mantenere l'impegno" conclude l'ingegnere, con un sorriso dietro il quale cela tutta la sua insicurezza. La questione sollevata dal concorrente è: "Cosa ne sarà della mia vita?"

"Hai una macchina? Guidi? Bene" chiede scherzoso Alex, ma poi si fa serio "Devi partire in prima, non in quinta". Sebbene abbia fatto un discorso sull'impulsività e sull'irrazionalità, il marciatore consiglia al giovane amico di non pensare troppo a ciò che deve o non deve fare, perché in questo modo finirà per non fare. Alla stessa maniera, però non può affrontare le cose in maniera del tutto caotica, sperando che tutto si risolva da solo. Il consiglio è quello di partire, piano, fare e poi dopo ponderare.

Il ragazzo si sente coccolato dalle parole e dai consigli dell'amico, ma resta ancora lì, sulla sdraio a pensare, mentre Alex è pronto a riprendere la sua marcia.